sabato 27 dicembre 2008



“ La tua voce ha potuto intenerirmi
La tua presenza trattenermi.
Chi sei?
Tu, solo tu, hai destato
l’ammirazione dei miei occhi,
la meraviglia del mio udito.
Ogni volta che ti guardo
mi provochi nuovo stupore
e quanto più ti guardo
più desidero guardarti”.

Calderon de la Barca
(Madrid 1600-1681)

sabato 20 dicembre 2008

Madonna di Loreto (Caravaggio)


Charles Pèguy

Maria SS. Tra Dio e l’uomo

Vi sono giorni in cui santi e patroni
non bastano più…
Bisogna prendere allora il coraggio a due mani
e volgersi direttamente a Colei
che è al di sopra di tutto. Essere arditi…
Sempre qualcosa manca alle creature,
e non soltanto di non essere Creatore.
Alle carnali, sappiamo, manca d’esser pure;
alle pure, dobbiamo saperlo, d’esser carnali.
Una sola è pura pur essendo carnale;
una sola è carnale pur essendo pura.
Ecco perché la Vergine non è solo
la più grande benedizione
discesa su tutto il creato;
non solamente la prima fra tutte le donne
“benedetta fra tutte le donne”;
non solamente la prima fra tutte le creature;
ma l’unica, l’infinitamente unica
infinitamente rara creatura.
Come quell' enormi sfingi distese per l'eternità in nobile posa nel deserto sabbio, essi scrutano il nulla senza curiosità, calmi e saggi. ( Charles Baudelaire )
http://www.gattoamico.it/frasidelgiorno/frasi3.htm

giovedì 18 dicembre 2008

ANCHE TU SEI L'AMORE

Anche tu sei l'amore.
Sei di sangue e di terra
come gli altri. Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede. Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole - cammini
in attesa. L'amore
è il tuo sangue - non altro

Cesare Pavese

mercoledì 17 dicembre 2008

Shall I Compare Thee To A Summer's Day?
by William Shakespeare (1564-1616)

Shall I compare thee to a summer's day?

Thou art more lovely and more temperate.
Rough winds do shake the darling buds of May,
And summer's lease hath all too short a date.
Sometime too hot the eye of heaven shines,
And often is his gold complexion dimm'd;
And every fair from fair sometime declines,
By chance or nature's changing course untrimm'd;
But thy eternal summer shall not fade
Nor lose possession of that fair thou ow'st;
Nor shall Death brag thou wander'st in his shade,
When in eternal lines to time thou grow'st:
So long as men can breathe or eyes can see,
So long lives this, and this gives life to thee.

william shakespeare

lunedì 8 dicembre 2008

Notturno
La collina è notturna, nel cielo chiaro.
Vi s'inquadra il tuo capo, che muove appena
e accompagna quel cielo. Sei come una nube
intravista fra i rami. Ti ride negli occhi
la stranezza di un cielo che non è il tuo.
La collina di terra e di foglie chiude
con la massa nera il tuo vivo guardare,
la tua bocca ha la piega di un dolce incavo
tra le coste lontane. Sembri giocare
alla grande collina e al chiarore del cielo:
per piacermi ripeti lo sfondo antico
e lo rendi più puro.
Ma vivi altrove.
Il tuo tenero sangue si è fatto altrove.
Le parole che dici non hanno riscontro
con la scabra tristezza di questo cielo.
Tu non sei che una nube dolcissima, bianca
impigliata una notte fra i rami antichi.
Cesare Pavese

domenica 7 dicembre 2008

If the doors of perception were cleansed everything would appear to man as it is: Infinite. --William Blake, The Marriage of Heaven and Hell

giovedì 4 dicembre 2008


mattino di cicale
amori e odi, tutti
tornano a me
Ishida Hakyo
Nella dolcezza della primavera
i boschi rinverdiscono, e gli uccelli
cantano, ciascheduno in sua favella,
giusta la melodia del nuovo canto.
E' tempo, dunque, che ognuno si tragga
presso a quel che più brama.
Dall'essere che più mi giova e piace
messaggero non vedo, né sigillo:
perciò non ho riposo né allegrezza,
né ardisco farmi innanzi
finché non sappia di certo se l'esito
sarà quale domando.
Del nostro amore accade
come del ramo del biancospino,
che sta sulla pianta tremando
la notte alla pioggia e al gelo,
fino a domani, che il sole s'effonde
infra le foglie verdi sulle fronde.
Ancora mi rimembra d'un mattino
che facemmo la pace tra noi due ,
e che mi diede un dono così grande:
il suo amore e il suo anello.
Dio mi conceda ancor tanto di vita
che il suo mantello copra le mie mani!
Io non mi curo di discorsi altrui
che mi possano separare dal mio Buon Vicino
poiché io so come succede per le ciance
per una frase che si pronuncia
certuni si vanno vantando d’amore
noi ne abbiamo la carne e il coltello

Guglielmo d'Aquitania
(1071-1126)

Gustav Klimt, Danae

"Se non puoi piacere a molti con le tue azioni e la tua arte, allora fallo per pochi. Piacere a molti è male"
Gustav Klimt
How do I love thee? Let me count the ways.
I love thee to the depth and breadth and height
My soul can reach, when feeling out of sight
For the ends of Being and ideal Grace.
I love thee to the level of everyday's
Most quiet need, by sun and candle-light.
I love thee freely, as men strive for Right;
I love thee with the passion put to use
In my old griefs, and with my childhood's faith.
I love thee with a love I seemed to lose
With my lost saints, - I love thee with the breath,
Smiles, tears, of all my life! - and, if God choose,
I shall but love thee better after death.
Elizabeth Barrett Browning
On his blindness

WHEN I consider how my light is spent
E're half my days, in this dark world and wide,
And that one Talent which is death to hide,
Lodg'd with me useless, though my soul more bent
To serve therewith my Maker, and present
My true account, least he returning chide,
Doth God exact day-labour, light deny'd,
I fondly ask; But patience to prevent
That murmur, soon replies, God doth not need
Either man's work or his own gifts, who best
Bear his milde yoak, they serve him best, his
State Is Kingly. Thousands at his bidding speed
And post o're Land and Ocean without rest:
They also serve who only stand and waite.

John Milton
William Blake, Elohim crea Adamo (1795)

BATTER my heart, three person'd God; for, you
As yet but knocke, breathe, shine, and seeke to mend;
That I may rise, and stand, o'erthrow mee,'and bend
Your force, to breake, blowe, burn and make me new.
I, like an usurpt towne, to'another due,
Labour to'admit you, but Oh, to no end,
Reason your viceroy in mee, mee should defend,
But is captiv'd, and proves weake or untrue.
Yet dearely'I love you,'and would be loved faine,
But am betroth'd unto your enemie:
Divorce mee,'untie, or breake that knot againe;
Take mee to you, imprison mee, for I
Except you'enthrall mee, never shall be free,
Nor ever chast, except you ravish mee.

John Donne
Sfasciami il cuore, Dio di tre persone,
Che finora hai bussato, bisbigliato,
Fatto luce e cercato di correggermi:
Se vuoi che m'alzi e resti in piedi, abbattimi,
Spezzami, bruciami, e rifammi nuovo.
Come città usurpata, a un altro debita,
Brigo per farti entrare, inutilmente:
La ragione, che in me è il tuo viceré,
E dovrebbe aiutarmi, è prigioniera,
E si dimostra debole o fallace.
Eppure t'amo, e vorrei esser riamato,
Ma son promesso sposo al tuo nemico:
Sciogli, spezza quel nodo, tu, divorziami,
Rapiscimi, imprigionami, perché
O mi fai schiavo o non sarò mai libero,
O mi violenti o non sarò mai casto.

mercoledì 3 dicembre 2008


L'agave sullo scoglio


Scirocco


O rabido ventare di scirocco
che l’arsiccio terreno gialloverde
bruci;
e su nel cielo pieno
di smorte luci
trapassa qualche biocco
di nuvola, e si perde.
Ore perplesse, brividi
d’una vita che fugge
come acqua tra le dita;
inafferrati eventi,
luci-ombre, commovimenti
delle cose malferme della terra;
oh alide ali dell’aria
ora son io l’agave che s’abbarbica al crepaccio
dello scoglio
e sfugge al mare da le braccia d’alghe
che spalanca ampie gole e abbranca rocce;
e nel fermento
d’ogni essenza, coi miei racchiusi bocci
che non sanno più esplodere oggi sento
la mia immobilità come un tormento.


Tramontana


Ed ora sono spariti i circoli d’ansia
che discorrevano il lago del cuore
e quel friggere vasto della materia
che discolora e muore.
Oggi una volontà di ferro spazza l’aria,
divelle gli arbusti, strapazza i palmizi
e nel mare compresso scava
grandi solchi crestati di bava.
Ogni forma si squassa nel subbuglio
degli elementi; è in urlo solo, un muglio
di scerpate esistenze: tutto schianta
l’ora che passa: viaggiano la cupola del cielo
non sai se foglie o uccelli – e non son più.
E tu che tutta ti scrolli tra i tonfi
dei venti disfrenati
e stringi a te i bracci gonfi
di fiori non ancora nati;
come senti nemici
gli spiriti che la convulsa terra
sorvolano a sciami,
mia vita sottile, e come ami
oggi le tue radici.

Maestrale


S’è rifatta la calma
nell’aria: tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli, qualche palma
a pena svetta.

Una carezza disfiora
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s’infrange e ancora
il cammino ripiglia.

Lameggia nella chiaria
la vasta distesa, s’increspa, indi si spiana beata
e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia
vita turbata.

O mio tronco che additi,
in questa ebrietudine tarda,
ogni rinato aspetto coi germogli fioriti
sulle tue mani, guarda:

sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:
“più in la!”.

Eugenio Montale, Ossi di seppia

Sonnet 75

So are you to my thoughts as food to life,
Or as sweet-season'd showers are to the ground;
And for the peace of you I hold such strife
As 'twixt a miser and his wealth is found.
Now proud as an enjoyer, and anon
Doubting the filching age will steal his treasure;
Now counting best to be with you alone,
Then better'd that the world may see my pleasure:
Sometime all full with feasting on your sight,
And by and by clean starved for a look;
Possessing or pursuing no delight
Save what is had, or must from you be took.
Thus do I pine and surfeit day by day,
Or gluttoning on all, or all away

William Shakespeare
Tu sei ai miei pensieri come il cibo alla vita,
O pel terreno piogge alla dolce stagione;
E io per la tua pace sostengo tal battaglia,
Quale avvien tra l'avaro e l ricchezze sue:
Ora orgoglioso del possesso, e poi d'un subito
Ansioso che il temporapace gl'involi il suo tesoro,
Stimandoo meglio a volte esser solo con te,
Per tosto preferire che altri veda le mie gioie;
Sazio talvolta di divorarti con gli occhi,
Per trovarmi ben tosto affamato di uno sguardo,
E non altro piacere possedendo o cercando
Che da te non mi venga, o che da te non prenda.
Così giorno per giorno vo languendo e saziandomi
O tutto divorando, o di tutto privato.

Sonnet 73


That time of year thou mayst in me behold
When yellow leaves, or none, or few, do hang
Upon those boughs which shake against the cold,
Bare ruined choirs, where late the sweet birds sang.
In me thou see'st the twilight of such day
As after sunset fadeth in the west;
Which by and by black night doth take away,
Death's second self, that seals up all in rest.
In me thou see'st the glowing of such fire,
That on the ashes of his youth doth lie,
As the deathbed whereon it must expire,
Consumed with that which it was nourished by.
This thou perceiv'st, which makes thy love more strong,
To love that well which thou must leave ere long.


William Shakespeare
Contempla in me quell'epoca dell'anno
Quando foglie ingiallite, poche o nessuna, pendono
Da quei rami tremanti contro il freddo,
Nudi cori in rovina, ove dolci cantarono gli uccelli
Tu vedi in me il crepuscolo di un giorno,
Quale dopo il tramonto svanisce all'occidente,
Subito avvolto dalla notte nera,
Gemella della morte, che tutto sigilla nel riposo.
Tu vedi in me il languire di quel fuoco,
Ce aleggia sulle ceneri della propria giovinezza,
Come sul letto di morte su cui dovrà spirare,
Consunto da ciò che già fu suo alimento.
Questo tu vedi, che fa il tuo amore più forte,
A degnamente amare chi presto ti verrà meno.

martedì 2 dicembre 2008

Song


Go and catch a falling star,
Get with child a mandrake root,
Tell me where all past years are,
Or who cleft the devil's foot,
Teach me to hear mermaids singing,
Or to keep off envy's stinging,
And find
What wind
Serves to advance an honest mind.If thou be'st born to strange sights,
Things invisible to see,
Ride ten thousand days and nights,
Till age snow white hairs on thee,
Thou, when thou return'st, wilt tell me,
All strange wonders that befell thee,
And swear,
No where
Lives a woman true and fair.
If thou find'st one, let me know,
Such a pilgrimage were sweet;
Yet do not,
I would not go,
Though at next door we might meet,
Though she were true, when you met her,
And last, till you write your letter,
Yet she
Will be
False, ere I come, to two, or three

John Donne