lunedì 5 ottobre 2009
Il manifesto di Comunione e Liberazione Spagna
Potrò essere felice con un figlio inatteso? Posso rifarmi una vita con un figlio che non ho desiderato? Sarò in grado di affrontare il sacrificio e le difficoltà che ciò implica? Sono domande che molte donne si pongono di fronte a una gravidanza indesiderata.
Spesso la donna è sola di fronte alle domande che nascono insieme alla nuova vita. Il nostro dramma è la solitudine, poiché è difficile incontrare qualcuno disposto a concederci un minuto di vera compagnia umana di fronte alle difficili circostanze che dobbiamo affrontare. Ma la nostra solitudine è ancora più profonda poiché deriva dall’assenza di un significato. Dare alla luce significa introdurre nella vita, e per ciò è necessario un perché. Come ha affermato Teilhard de Chardin:«Il vero pericolo della nostra epoca è la perdita del gusto del vivere» (Pierre Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano). La perdita del senso della vita è la causa della tragedia sociale dell’aborto nelle nostre società.Il progetto di legge del governo spagnolo è un esempio di questa tragedia. In nome del “diritto della donna di decidere” la si abbandona a una tragica solitudine. Si è giunti fino all’idea grottesca di allontanare una ragazza di sedici anni dal padre di suo figlio e dalla compagnia dei suoi genitori nel momento in cui deve prendere una decisione che segnerà tutta la sua vita. Questa solitudine è un muro, una menzogna che può essere smantellata solamente grazie a una compagnia veramente umana.2. Il progetto di legge sull’aborto del presidente Rodríguez Zapatero ha come obiettivo principale “creare” un nuovo diritto. L’aborto è esattamente il contrario. È privare della vita un figlio non nato. Come affermano i vescovi spagnoli nella loro dichiarazione sul disegno di legge: «Lo Stato concede la qualifica di diritto a qualcosa che, in realtà, è un attentato contro il diritto fondamentale alla vita», poiché nessuno ci dà la vita, ma essa proviene dal Mistero. In questo modo si scaverà una profonda ferita umana e sociale. Con questa legge, inoltre, il potere politico intende promuovere un cambio di mentalità, al fine di nascondere un’evidenza essenziale della nostra civiltà: ogni vita umana deve essere incondizionatamente protetta. Questa pretesa è del tutto evidente nell’assoluto disprezzo verso le persone disabili, alle quali si nega in modo iniquo il diritto di nascere fino all’ultimo momento.
Per parlare dell’aborto come di un diritto è necessario alterare brutalmente i dati della ragione e della scienza, resi pubblici con assoluta chiarezza dalla Dichiarazione di Madrid, un documento avallato da illustri medici e scienziati del nostro Paese. Con queste parole Pier Paolo Pasolini denunciava tale alterazione, riferendosi ai difensori della legalizzazione dell’aborto in Italia: «Ricorrono alla prevaricazione cinica dei dati di fatto e del buon senso» (Pier Paolo Pasolini, “Il coito, l’aborto, la falsa tolleranza del potere, il conformismo dei progressisti”, in Scritti corsari, Garzanti, Milano 1975, p. 372).
Il Governo non oserebbe intraprendere una tale iniziativa politica se nella società non si stesse diffondendo una mentalità che, grazie a una costante pressione mediatica, è sempre più alienata dalla realtà. Com’è possibile che una parte della popolazione accetti una legge sull’aborto così in contrasto con l’evidenza, con la scienza, con la ragione e con la stessa sensibilità umana? È il risultato di una manipolazione e di un vuoto educativo. È perciò necessario ingaggiare una battaglia contro la concezione di una libertà senza vincoli, senza riferimento alla verità e senza contatto con la realtà. Si tratta di una battaglia politica, culturale ed educativa per creare nella nostra società, come ha chiesto Benedetto XVI, «un clima di gioia e di fiducia nella vita» (Viaggio apostolico di Benedetto XVI in Austria, Discorso in occasione dell’incontro con le autorità e con il corpo diplomatico, sala dei ricevimenti, Hofburg, Vienna, 7 settembre 2007).
Questa cultura della vita può rinascere se si mettono davanti agli occhi di tutti dei fatti significativi. Fatti che costituiscano, in primo luogo, una vera compagnia per le madri in difficoltà. Lo sono già numerosi servizi nati dalla libera iniziativa dei cittadini, quali l’aiuto e l’accompagnamento alle donne, e l’accoglienza di quei figli le cui madri non possono farsi carico di loro. C’è bisogno di decise politiche a favore della famiglia, della maternità e dell’adozione: misure che diano vita a un contesto sociale che favorisca il riconoscimento del valore infinito della vita umana.
Per recuperare la fiducia nella vita e, quindi, la capacità di accoglierla e di rispettarla nello stesso istante in cui nasce, abbiamo bisogno di incontrare un amore incondizionato, l’amore di qualcuno che abbracci la nostra vita con tutte le sue domande.
Riconoscere che vi è un bene che sconfigge ogni solitudine e ogni violenza è possibile solo grazie all’incontro con persone che ne diano testimonianza con la loro vita. Persone che sono l’eco di quell’uomo di Nazareth che seppe accompagnare la solitudine di una giovane madre e restituirle suo figlio con queste parole: «Donna, non piangere».
Comunione e Liberazione Spagna
mercoledì 30 settembre 2009
“O tu che sei immerso nelle vicissitudini della vita e, più che camminare sulla solida terra, hai l’impressione di essere sballottato fra tempeste e uragani: se non vuoi finire travolto dall’infuriare dei flutti, non distogliere Io sguardo dal chiarore di questa stella!
Se insorgono i venti delle tentazioni, se t’imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria!
Se vieni assalito dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, dell’invidia, della gelosia: guarda la stella, invoca Maria. Se l’ira, l’avarizia o le lusinghe della carne scuotono la navicella della tua anima: guarda la stella, invoca Maria.
Se turbato dall’enormità dei tuoi peccati, confuso per le brutture della tua coscienza, atterrito dal rigore del giudizio stai per venire risucchiato dal baratro della tristezza e dall’abisso della disperazione, guarda la stella, invoca Maria.
Nei pericoli, nelle difficoltà e nei momenti di incertezza, guarda la stella, invoca Maria. Abbi il suo nome sempre sulle labbra, abbila sempre nel cuore e se vuoi ottenere l’aiuto della sua preghiera, non tralasciare di imitarne gli esempi.
Seguendo lei non andrai fuori strada, pregandola non dispererai, pensando a lei non sbaglierai.
Se ella ti sostiene non cadrai, se ella ti protegge non avrai nulla da temere, se ella ti guida non ti affaticherai, se ti sarà favorevole giungerai alla mèta e così potrai sperimentare tu stesso quanto giustamente sia stato detto: ‘e il nome della vergine era Maria’ “.
San Bernardo
sabato 26 settembre 2009

Jesu! Rex admirabilis et triumphator nobilis, dulcedo ineffabilis, totus desiderabilis. Jesu, dulcedo cordium, fons vivus, lumen mentium, excedens omne gaudium et omne desiderium. Mane nobiscum Domine et nos illustra lumine, pulsa mentis caligine, mundum reple dulcedinem G.P. da Palestrina | O Gesù! Re ammirabile, nobile trionfatore, ineffabile dolcezza, tutto da amare. Gesù, dolcezza dei cuori, fonte viva, luce delle menti che oltrepassa ogni gioia ed ogni desiderio. Resta con noi Signore e illuminaci, scaccia la nebbia dalla mente, riempi il mondo di dolcezza |
venerdì 25 settembre 2009
Marija da Caterina con la Regina del Cielo
Oggi, nel primo pomeriggio, Caterina avrebbe dovuto laurearsi in Architettura. Aveva passato tutta l’estate sulla tesi…. Ma non è il momento dello struggimento. Siamo in battaglia e come soldati bisogna stare all’istante presente, senza nostalgie.
Dobbiamo combattere con e per Caterina. Come lei sta facendo: ieri è stato evidente. Ha fatto altri “piccoli” passi che in realtà sono grandi scalate, come il fatto di respirare da sola…
Ieri era anche la festa di padre Pio: avevo chiesto al Padre un bel regalo per Caterina. Ne è arrivato uno inimmaginabile e grandioso: la visita della Regina del Cielo. Sì, sono certo che la Madonna è sempre lì con lei, ma ieri in modo speciale quegli “ojos de cielo” che Caterina canta con tanta passione (l’avete sentita), l’hanno teneramente abbracciata…
In breve: in mattinata mi telefona Marija Pavlovic (una dei sei veggenti di Medjugorje), nostra grande amica che già da giorni prega per Caterina, e mi dice che – per una serie di circostanze – può venire a Firenze e vorrebbe far visita a Cate proprio nell’ora della quotidiana apparizione.
E’ arrivata, abbiamo partecipato alla messa e poi è andata da mia figlia con mia moglie, mentre noi, con gli amici di Cate, recitavamo il rosario fuori. La Madonna è venuta, stava in cima al letto, dietro la testa di Caterina. L’ha benedetta e ha benedetto Alessandra e Marija che ha chiesto il miracolo della guarigione per Caterina.
La Madonna ha ascoltato e ha iniziato a pregare. Ci ha fatto capire col suo gesto che bisogna affidarsi totalmente a Lei e pregare ancora. E noi instancabilmente continuiamo…
Ce l’hanno insegnato i santi. San Francesco di Paola ha detto: “E’ cosa certa quel che vi dico: tutto ciò che chiedete nella preghiera abbiate certezza che è già vostro perché così dovrà avvenire per volere della Madonna”.
E alla mistica Maria Valtorta – che fra l’altro è sepolta proprio alla S.S. Annunziata, a Firenze – è stato detto: “Io vi dico: abbiate una fede sconfinata nel Signore. Continuate ad averla nonostante ogni insinuazione e ogni evento, e vedrete grandi cose quando il vostro cuore non avrà più motivo di sperare di vederle…”.
Penso che in questi giorni ci stia facendo capire molte cose preziose. Anzitutto che la vera malattia è quella di noi sani quando siamo lontani da Dio. Gesù ha bisogno che qualcuno lo aiuti a portare su di sé il male degli uomini. Per sanarli.
Noi cristiani che siamo parte del Suo Corpo, offrendoGli le nostre sofferenze e le nostre vite lo aiutiamo in questo. Io sono pieno di stupore e commozione per le tante persone che mi hanno scritto che offrono le sofferenze delle loro diverse prove e malattie… E’ stupore e commozione per l’abbraccio del popolo cristiano…
Una mail che ho ricevuto dice:
“Caterina senza fare nulla muove il mondo. Tutto quello che ci comunichi è un grande miracolo che accade davanti ai nostri occhi. Gesù è qui ora e possiamo vedere la Sua Gloria attraverso la fede del suo popolo. Caterina è i nostri figli e tu e Alessandra siete noi. Continuiamo a Pregare Maria perché Gesù guarisca la vostra e nostra Caterina. Un grande abbraccio. A. T. ”.
Penso anche io che attraverso la sofferenza muta di Caterina, che commuove tanti cuori, la Regina del Cielo stia guarendo tante persone e sono certo che, con l’aiuto delle nostre preghiere e dei nostri digiuni, stia facendo grandi cose. Guarirà anche Caterina, facendola svegliare dal coma e facendola tornare a cantare la bellezza di Dio.
Fra le migliaia (letteralmente) di mail che mi arrivano e a cui tento di rispondere come posso, ne trascrivo una, di una mamma, che dice tutte queste cose:
Cara famiglia che stai soffrendo in un modo tanto simile alla mia, nelle due settimane di coma profondo della mia piccola Elena, una città intera ha pregato per lei. Amici e conoscenti, miscredenti e persone lontane da Dio si sono inginocchiate nelle tante veglie notturne organizzate per la mia piccina. Hanno strappato a Dio una promessa che ora si sta compiendo.
Noi, in sala rianimazione, abbiamo sollecitato continuamente Elena pregando su di lei a voce alta, cantando i canti della messa domenicale che lei, anche se piccolissima, aveva ascoltato, facendole ascoltare tanto Mozart.
Un cervello che dorme va risvegliato! Le ho raccontato tutto quello che avevamo fatto insieme e le ho descritto tutte le cose belle che avremmo fatto ancora e tutte le meraviglie del creato che avrebbero visto i suoi occhi una volta guarita.
Si é svegliata. A dispetto delle sue condizioni definite gravissime. Il Signore ci ascolta. Anche Caterina vi sta sentendo come la mia piccolina. Anche la miocardiopatia dilatativa gravissima, di origine non virale e ancora oggi inspiegabile, si è risolta e il cuoricino di Elena batte senza bisogno di aiuto.
Coraggio, non pensate al domani, vivete giorno per giorno la vostra battaglia e il Signore vi darà forza e pace proprio come a noi.
Continuiamo a pregare per Caterina.
Alessandra.
Queste sono le bellissime testimonianze che mi state dando e che trascrivo qui perché penso possano essere di aiuto per molti. Mentre vi abbraccio tutti ringraziandovi per tutto quello che fate.
Tanti sono rimasti commossi nell’ascoltare “Ojos de cielo” cantata da Caterina con il coro Foné, degli universitari di CL. Nei prossimi giorni cercherò di mettere qui nel blog altri loro canti. Spero che sentire la sua voce e quella dei suoi amici sia un piccolo ringraziamento per le vostre preghiere e le vostre offerte di digiuni. Ma sono certo che la più grande ricompensa vi arriverà dal Cielo…
Antonio Socci
dal blog antoniosocci.com
giovedì 17 settembre 2009
17 settembre 2009 / In Articoli
Amici carissimi,
mi arrivano centinaia di mail ogni giorno a cui, come potrete capire, faccio fatica a rispondere, travolti come siamo dalla vicenda della nostra dolce Principessa. Posso aprire la posta solo raramente e a notte fonda.
Quindi mi scuso con tutti coloro a cui non potrò rispondere e soprattutto ringrazio dal profondo del cuore per le tantissime preghiere che un popolo intero, in Italia e nel mondo , nei posti più lontani, in queste ore sta alzando al Cielo. E’ un popolo bellissimo e davvero commovente.
Ne abbiamo immenso bisogno perché in queste ore Caterina è stabile, sul piano fisico generale, ma in una situazione drammatica e delicatissima dal punto di vista neurologico.
Dobbiamo pregare ardentemente perché riesca a svegliarsi e possa tornare fra noi senza avere gravi danni cerebrali. Vi imploro ancora di pregare con noi per questo, convinto che si debba fare come si ha insegnato la Madonna a Cana, lei che per prima “vinse” la volontà di suo Figlio, “forzandolo” a soccorrere quella povera gente.
A Rue du Bac, rispondendo a santa Caterina Labouré su alcuni anelli alle sue mani che non emettevano raggi spiegò: sono le tante grazie che mio Figlio è pronto a concedervi, ma che voi non chiedete. In un’altra apparizione ha ripetuto: “il Cuore di mio Figlio si lascia commuovere”.
Vi assicuro che lo spettacolo di fede e amore che mi stanno dando in queste ore gli amici di Caterina, sempre in preghiera lì da lei, e tantissimi di voi, contutte le vostre testimonianze, con l’amore che avete per mia figlia anche senza averla mai incotrata, commuove perfino me che sono cattivo, dunque è sicuro che commuoverà Gesù che è la Bontà.
Del resto lui stesso ci ha insegnato a chiedere insistentemente, senza stancarci mai, senza mai perdere la fiducia perché – dice in un passo del Vangelo, parlando della “donna importuna” – se non altro per la sua insistenza verrà accontentata. E dice anche che “Il regno dei Cieli appartiene ai violenti” che ne saccheggiano i tesori: ecco noi vogliamo farGli questa dolce violenza con le nostre lacrime e le nostre preghiere, accompagnati da tutti i santi che abbiamo avuto anche la grazia di avere come amici sulla terra.
Poi, un giorno, quando potrò, racconterò quante persone che si dicono atee o agnostiche, per tenerezza verso Caterina, in queste ore, hanno ricominciato a pregare. Ma siamo anzitutto noi, io, Alessandra, i nostri amici che in queste ore ci stiamo convertendo. Ed è una conversione veramente definitiva E per questo ancor più insistentemente chiediamo al Signore la consolazione della guarigione di Caterina.
Amici cari, vi imploro di continuare con noi in queste implorazione continua che ci sta già cambiando e ci fa capire – perché è il Signore che ci illumina così – quanto dipendiamo totalmente dalla Sua Grazia. Totalmente.
Vi abbraccio uno ad uno
Antonio Socci
martedì 15 settembre 2009
lunedì 6 luglio 2009
La folata che alzò l'amaro aroma
del mare alle spirali delle valli,
e t'investì, ti scompigliò la chioma,
groviglio breve contro il cielo pallido;
la raffica che t'incollò la veste
e ti modulò rapida a sua imagine,
com'è tornata, te lontana, a queste
pietre che sporge il monte alla voragine;
e come spenta la furia briaca
ritrova ora il giardino il sommesso alito
che ti cullò, riversa sull'amaca,
tra gli alberi, ne' tuoi voli senz'ali.
Ahimè, non mai due volte configura
il tempo in egual modo i grani! E scampo
n'è: ché, se accada, insieme alla natura
la nostra fiaba brucerà in un lampo.
Sgorgo che non s'addoppia, - ed or fa vivo
un gruppo di abitati che distesi
allo sguardo sul fianco d'un declivo
si parano di gale e di palvesi.
Il mondo esiste... Uno stupore arresta
il cuore che ai vaganti incubi cede,
messaggeri del vespero: e non crede
che gli uomini affamati hanno una festa.
Eugenio Montale (1926)