venerdì 9 gennaio 2009

ICARO

Appartengo, fin dal principio, al cielo?Se non v'appartengo, perché
mi ha fissato così, per un attimo,
e mi ha attirato lassù, con la mia mente, in alto, sempre più in alto,
e senza tregua mi seduce e mi trascinaverso altezze remote all'umano?
L'equilibrio severamente studiato,
il volo razionalmente calcolato,
nessuna anomalia sarebbe possibile;
perché dunque la brama di salire nel cielo
è così simile, in sé, alla follia?Niente mi può appagare,
subito mi tedia qualsiasi novità terrestre.
Più in alto, più in alto, instabilmente
vengo trascinato sempre più vicino al fulgore del sole.
Perché la sorgente di luce della ragione mi brucia,
perché la sorgente di luce della ragione mi annienta?
Sotto di me, in lontananza, villaggi e fiumi sinuosi
assai più tollerabili appaiono di quando sono vicini.
Perché mi perdonano, mi approvano, mi invitano,
suggerendo che così lontano
potrei anche amare l'umano
sebbene un simile amore non possa essere la mia meta?
E, se anche lo fosse, non avrei forse
ragione di appartenere fin dal principio al cielo?
Mai ho invidiato la libertà degli uccelli,
mai ho desiderato l'indolenza della natura,
incitato solo dal misterioso struggimento
a salire, ad avvicinarmi, ad immergermi nell'azzurro del cielo.
Così contrario alle gioie organiche,
così lontano dai piaceri di uno spirito superiore.
Più in alto, più in alto, irretito, forse, dalla lusinga e dalla vertigine delle ali di cera?
E dunque,
Se dal principio appartenessi alla terra?
E perché la terra, se così non fosse,
provocherebbe con tanta rapidità la mia caduta
senza concedermi il tempo di pensare o di sentire?
Perché la terra così morbida e languida,
mi ha accolto con l'urto della lamina d'acciaio?
La tenera terra si è trasformata in acciaio
solo per mostrarmi la mia fragilità,
affinché la natura mi mostrasse
che la caduta è molto più naturale del volo,
molto più naturale di quella misteriosa passione?
L'azzurro del cielo è un'illusione
prodotta dall'ebbrezza bruciante ed effimera
delle ali di cera, e tutto, fin dal principio
fu escogitato dalla terra, a cui io appartengo?
O forse il cielo, segretamente, favorì il piano
per colpirmi con la sua punizione?Per punirmi della colpa
di non credere che esista un io,
o di credere troppi bel mio io,
di volere impazientemente conoscere a chi io appartenga,
o di presumere di sapere tutto
e di tentare di volare lontano,verso l'ignoto,
o verso il conosciuto, sempre verso il punto di un azzurro simbolo?

yukio mishima

Nessun commento: